lunedì 24 giugno 2013

Alza il volumeeeeee....


Quante volte vi sarà capitato? In 4 semplici passi:
1) Alzo il volume perché non sento i dialoghi di un film in Tv
2) Adesso si che si sente bene
3) Break Pubblicitario
4) Timpano perforato

DOMANDA: Ma io dico, ci vuole tanto ad obbligare chi produce contenuti per il broadcast ad allineare tutti i volumi dell'universo creato? 
RISPOSTA: Si, ci vuole tantissimo!

Il concetto non è troppo complicato e si può riassumere così:
Ogni essere umano sente in maniera "diversa" a seconda del proprio apparato uditivo e non esiste un volume "omogeneo" che vada bene per tutte le persone.

DOMANDA: Ma allora non c'è soluzione?
RISPOSTA: No, una soluzione c'è e si chiama LOUDNESS.

Il LOUDNESS è una sorta di volume, solo che non è il volume intenso in senso classico del termine, per parlarci chiaro quello che alzate e abbassate dal vostro classico telecomando, il Loudness è il VOLUME REALE PERCEPITO dall'orecchio umano, e si misura in LUFS - Loudness Unit Full Scale.

DOMANDA: Quindi basta allineare l'audio di tutto ciò che viene mandato in Tv in base al LOUDNESS invece che in base al VOLUME classico e tutto si risolve?
RISPOSTA: Si. L'unico problema è che non esiste un metodo oggettivo per misurare il LOUDNESS e gli attuali metodi utilizzati hanno pesanti lacune, che vengono saggiamente utilizzate dai fonici per far suonare i propri prodotti "più forte" degli altri!

Ebbene si, questo è il motivo per cui i nostri timpani vengono messi a dura ogni giorno.

Ecco un po' di link dal web per chi è interessato ad approfondire:

A.

giovedì 20 giugno 2013

ODA come MANZONI

DOMANDA: “Alla tua età leggi ancora i fumetti e guardi i cartoni, ma non ti vergogni?”
RISPOSTA: “Sei un idiotà!”

Ho deciso di iniziare quest’articolo così, con la domanda più stupida che una persona possa rivolgere ad un appassionato di fumetti. Nel mio caso si tratta di fumetti Giapponesi, o manga che dir si voglia. Devo essere sincero, io non sono un appassionato di manga in generale, il mio bagaglio culturale fumettisticamente parlando è abbastanza limitato, messo a paragone con i veri appassionati farei sicuramente delle magre figure. 

Allora perché, vi chiederete voi, quest’articolo? Perché mi piace condividere la mia idea sui manga con la rete, senò che lo scrivo a fare un blog?! 

Preciso, in anticipo, che non voglio fare opera di critica su nessun manga in particolare, prenderò in esempio i miei preferiti per fare un discorso più generico sul mondo del fumetto giapponese.

Partiamo dal principio, i miei due manga preferiti: NARUTO e ONE PIECE. Il primo narra le avventure di un giovane ninja alle prese con nemici di varia natura, il secondo parla di un giovane pirata alle prese con nemici di varia natura. Beh, direte voi, che schifo di fumetti sono? Ma proprio qui viene il bello, la gente si limita a giudicare queste “opere” guardando delle puntate in maniera abbastanza casuale e superficiale (tra l’altro spesso senza neanche leggere il fumetto); è come se vi descrivessi i promessi sposi dicendo che ci sono due che si vogliono sposare ma non riescono e idem con patate per Romeo e Giulietta. Ma ovviamente sappiamo tutti che la cosa non è così semplice.

Leggere un manga (o guardare il relativo anime, cioè la trasposizione animata del fumetto) richiede una dose di costanza e una minima concentrazione nel provare a seguire una delle cose più importanti, che rende questi semplici fumetti delle vere e proprie opere letterarie: LA TRAMA.

Invito un qualunque fan di naruto o one piece a cercare di spiegare in maniera esaustiva, e senza tralasciare svolte importanti nella narrazione, la trama di questi fumetti contenendosi in un foglio A4. Ve lo dico io, è praticamente impossibile.

La peculiarità di questo genere di opere letterarie sta proprio in questo (senza ovviamente tralasciare la caratterizzazione dei personaggi, l’animazione, i disegni e via dicendo, anch’esse decisamente degne di nota), la trama è degna del miglior Manzoni o Shakespeare. Vi prego non mi uccidete per questo paragone prima di aver letto almeno tutti i fumetti di uno o dell’altro manga.

E’ ovvio che non si sta paragonando la “capacità di linguaggio” utilizzata dal Manzoni o da Shakespeare, lungi da me; anche perché le due forme di comunicazione (romanzo e fumetto) credo siano imparagonabili per ovvie ragioni. La mia idea, forse un po’ azzardata, è che la forma di comunicazione fumetto è al giorno d’oggi più adatta ad arrivare al grande pubblico di quanto attualmente non lo siano i romanzi, con l’aggiunta che gli attuali manga non hanno niente, o comunque molto poco, da invidiare a grandi opere letterarie scritte nel passato.

Quindi la mia domanda ora è:”Possiamo considerare i fumetti giapponesi come gli eredi, evoluti e rivisitati, delle grandi opere letterarie del passato?” Mah, chi lo sa!

Con questo concludo e ringrazio.

A.

mercoledì 19 giugno 2013

L' it-alieno

Io sono del 1983, sono di quelli che hanno fatto la scuola elementare e la scuola media in maniera decente e la scuola superiore in maniera accettabile. Niente scuole private, esami finti, cento anni in uno o roba del genere, come va tanto di moda al giorno d'oggi. Finita la cosiddetta scuola dell'obbligo ho frequentato l'università prendendo il mio pezzo di carta. Le materie che ho sempre studiato all'università sono solo ed esclusivamente di stampo scientifico. Eppure...

Non sono uno scrittore provetto, anzi, non sono decisamente uno scrittore e ne ho intenzione di diventarlo. Non conosco alla perfezione la sintassi e la grammatica ma mi piace la lingua italiana. Mi piace conoscerla, scriverla e parlarla in maniera quanto più corretta possibile, pur non disdegnando forme dialettali e, anzi, spesso parlando proprio il dialetto della mia terra d'origine. Eppure...

Credo che per scrivere un periodo in maniera corretta, cioè senza: 
- buttare parole a caso (il verbo buttare è scelto ad hoc ovviamente)
- invertire un ausiliare con una semplice congiunzione 
- lanciare la punteggiatura nella frase tipo canditi nel panettone
- premere la dolcissima e simpaticissima barra spaziatrice dopo i segni di punteggiatura
- e via dicendo
ci voglia veramente poco. Eppure...

Eppure non passa giorno che io non mi stupisca di ciò che leggo su internet: frasi, articoli, post, commenti, sentenze, aforismi, citazioni, pensieri, caramelle, babà, lecca-lecca, fuochi d'artificio, venghino siori venghino... e chi più ne ha più ne metta. Il tutto scritto, ovviamente, nella peggior maniera possibile. Sia chiaro che qui non si parla di abbreviazioni del tipo "cmq", "xké" o annessi e connessi, che possono tranquillamente essere accettate, ma di vere e proprie oscenità. Frasi che, se lette esattamente per come sono state scritte, non avrebbero alcun senso logico.

E' ovvio che gli errori possono capitare a tutti, sbagliare è la cosa più naturale del mondo ma: "Imparare a scrivere in italiano correttamente ed esprimersi in italiano altrettanto correttamente è qualcosa che ci permette di vivere meglio, dialogare in maniera più serena e farci capire dalle persone che abbiamo di fronte senza fraintendimenti e incomprensioni."

I social network in questo aiutano veramente poco, basterebbe credo un po' di voglia di imparare. Internet mette a disposizione tonnellate di tutorial, guide, corsi e mini-corsi gratuiti. Spero non si degeneri sempre di più, a me "sta cosa" fa un po' paura!

A.

sabato 1 giugno 2013

APPARENTEMENTE SENZA IMPORTANZA


listerine - spazzolino - dentifricio (rigorosamente AZ) - portare la valigia - stare stesi al sole - conchiglie – litigare – il buongiorno – uno sguardo – capelli lisci – capelli ricci – il piumone più pesante che hai – alice – essere un nerd – la pizza – una carota che è una pagoda – una stufa arancione – il silenzio – pancakes – sciroppo d’acero – mordere – il mare – una mollettina per capelli – vestiti brutti – vestiti belli – una polaroid – snow – dormire – biscotti della fortuna – orsetti gommosi – nziria – sgridare – essere sgridati – drink me – chilometri – paella – piangere – ridere – non gridare – ahs – un blog – woody allen – roma – american way – febbre – gelosia – bugie – verità – un bracciale – una collana – skype – le 4 di notte – un nuovo lavoro – il tè – tenersi per mano – mille foto – bubble – il respiro che manca – baci freddi – baci caldi – bruno mars - un lecca-lecca di marshmallow - i loacker – lavarsi i denti – un orologio casio verde – i nani – un milkshake affragola – foto di jeans e scarpe – la barba - Wǒ de – 17 – Tu!

E BLOG SIA!

Perchè condividere in fondo è bello
perchè si ha sempre qualcosa da dire
perchè si.